Come si fa la TricoPigmentazione
Come si fa la TricoPigmentazione

Come si fa la TricoPigmentazione?

La TricoPigmentazione è la dermopigmentazione del cuoio capelluto.

E’ un trattamento richiesto soprattutto dal pubblico maschile, ma ideato anche per esigenze femminili. E’ la risposta a problematiche quali diradamento dei capelli, alopecia androgenetica, alopecia areata o alopecia universale. Oppure per inestetismi da cicatrice post-trapianto. Le tecniche utilizzate sono essenzialmente due. Il metodo detto “Bounce” (rimbalzo) mira all’ottenimento di un effetto rasato. Un puntinato di color castano o grigiastro.

Nelle aree diradate si beneficia così di un insieme di puntini. I punti si effettuano ad un’opportuna distanza l’uno dall’altro. Questi piccoli segni simulano i capelli. Tale tecnica richiede che il cliente porti poi i capelli sempre corti, 1 – 2 mm al massimo.

L’altra metodologia prevede il disegno di short hair, capelli lunghi al massimo 8-10 mm. Il risultato visivo che si ottiene è un infoltimento. La cute risulta scurita, a simulare una capigliatura. Questa pratica in particolare si chiama dermatoppik, dal nome di un cosmetico impiegato per scurire la pelle laddove i capelli si presentano diradati. Il dermatoppik si esegue appunto in caso di capello lungo almeno 2 cm e con diradamento localizzato.

E’ impiegata in genere per coprire cicatrici da autotrapianto. In ogni caso si effettuano almeno due sedute prima di raggiungere il risultato definitivo. Bisogna attendere 60 giorni tra una seduta e l’altra.

Come si fa la tricopigmentazione?

Con il dermografo si va praticamente a spingere nel derma pigmenti bioriassorbibili. Si vuole creare un’illusione ottica di capelli dove in realtà non ci sono.

Qualunque sia la tecnica eseguita, la attrezzatura da lavoro prevede dermografo e aghi specifici. In base al trattamento e alla zona di applicazione, l’operatore varia la forma e la dimensione degli aghi da montare sul dermografo.

Il dermografo somiglia ad una penna, alla cui estremità c’è un ago cavo che oscillando entra ed esce dal derma immettendovi il pigmento. Le vibrazioni dell’ago sono governate elettronicamente tramite il programma che l’operatore seleziona dalla consolle.

Non si tratta di un comune tatuaggio. I pigmenti sono appositi, nella maggior parte dei casi bioriassorbibili. Gli aghi sono molto più sottili, ancor meno invasivi di quelli impiegati nel trucco permanente. Hanno una punta ideata appositamente per consentire maggior definizione.

Per prima cosa si stabilisce con il cliente quali sono i settori del capo da trattare. Per lavorare la zona dell’attaccatura dei capelli, il trattamento inizia proprio con la progettazione dell’hairline. E’ importante assicurarsi una simmetria. A supporto esistono anche delle applicazioni. Più il cliente è adulto, più si tende a far retrocedere l’hairline. Ad ogni modo, nella progettazione l’operatore cerca di sposare il gusto e l’esigenza del cliente con il proprio stile.

Tutte le fasi della tricopigmentazione

Il primo incontro con il dermopigmentista è in occasione della consulenza informativa. Un momento molto importante. L’operatore illustra le implicazioni del trattamento e le sue controindicazioni. Il cliente espone le proprie aspettative e pone eventuali domande. Il giorno dell’appuntamento si procede innanzitutto alla firma del consenso informato. La prima seduta ha una durata di circa due ore per settore.

A incontro ultimato, il cliente riceve il Memorandum. E’ un documento riepilogativo delle indicazioni per un corretto mantenimento e cura da effettuare a casa. Dopo 60 giorni si procede alla seduta detta di rinforzo. Il pigmento immesso nel derma subisce infatti un’evoluzione che può portare anche ad uno scolorimento quasi totale. Può anche accadere che il colore attecchisca a chiazze, oppure che si modifichi leggermente.  Con la seduta di rinforzo si va appunto a potenziare la sua permanenza nel derma e a ristabilire il corretto equilibrio visivo. Si valuta la reazione che la cute ha generato dopo il primo trattamento. Si decide quindi se ripetere o variare la strategia operativa iniziale. I pigmenti sono quasi sempre di tipo bioriassorbibile. Sono fissate quindi sedute ogni dieci mesi circa.

Ogni sessione lascia la cute arrossata.  Questo fenomeno regredisce in 24 – 48 ore. Per velocizzare la decongestione si applicano pomate lenitive.

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